Prevenire vs curare: l’adattamento al cambiamento climatico
Green Tech Insight #16 - Come si affronta il cambiamento climatico? Vediamo le strategie di adattamento contro gli eventi estremi sempre più frequenti.
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Negli ultimi mesi, violenti fenomeni atmosferici hanno colpito l’Italia e l’Europa del Sud con una frequenza e un’intensità senza precedenti.
Valencia, 29 Ottobre 2024. Fonte: Agenzia Nova
Le drammatiche alluvioni che hanno messo in ginocchio il Nord Italia e la Spagna in quest’ultimo anno sono solo l’ultimo esempio di un cambiamento climatico che si manifesta ormai con forza anche nel nostro territorio. Non solo le alluvioni, ma anche periodi di siccità prolungata e gravi incendi (come quelli che quest’estate hanno colpito il Sud Italia e le isole) sono segni evidenti di una nuova normalità climatica a cui dobbiamo prepararci.
Questi fenomeni, una volta rari, stanno diventando parte integrante della nostra quotidianità. Le città e le infrastrutture non sono preparate a rispondere efficacemente a fenomeni climatici estremi, e questo ci porta a riflettere sull’importanza di strategie di adattamento su larga scala.
Ridurre le emissioni resta essenziale, ma è altrettanto urgente adottare misure che ci aiutino a convivere con i cambiamenti già in corso. Possiamo dire, come suggerisce il titolo di questo numero, che è troppo tardi per limitarci a “prevenire” ed è ormai necessario anche “curare”.
In questo numero di Green Tech Insight, esploreremo il concetto di adattamento climatico, e le misure già in atto per rispondere a una crisi che ormai tocca ogni aspetto della nostra vita.
Adattamento vs mitigazione
La crisi climatica impone un approccio integrato che combini mitigazione e adattamento. Questi due concetti, sebbene diversi nei metodi e negli obiettivi, risultano strettamente connessi e necessari per una risposta efficace.
Mitigazione
La mitigazione interviene sulle cause primarie del cambiamento climatico, con l’obiettivo di ridurre o eliminare le emissioni di gas serra e limitare il riscaldamento globale. Senza mitigazione, il cambiamento climatico proseguirebbe senza freni, aggravando la frequenza e l’intensità degli eventi estremi, dai quali diventa sempre più difficile proteggersi.
Adattamento
L'adattamento climatico è una risposta strategica volta a contenere i danni del cambiamento climatico e a sfruttarne eventuali opportunità. Questo approccio si fonda sulla resilienza, ossia sulla capacità di ecosistemi, comunità e aziende di reagire, adattarsi, e riprendersi da eventi estremi come inondazioni, siccità o ondate di calore.
Pur complementari, mitigazione e adattamento agiscono in modo diverso: se la mitigazione può essere considerata un investimento per il futuro, l’adattamento è una risposta pratica e necessaria per il presente, utile a proteggere infrastrutture, risorse naturali e comunità vulnerabili.
Gli eventi estremi in Italia: il caso dell’Emilia-Romagna
Negli ultimi anni, abbiamo assistito sempre più frequentemente a fenomeni meteorologici estremi, con siccità prolungate e piogge intense, che hanno provocato alluvioni devastanti e ingenti danni ambientali, economici e sociali.
Il bacino del Mediterraneo è stato da tempo identificato come un ‘hot-spot’ per il cambiamento climatico, con tendenze a diventare sempre più caldo, come evidenziano gli ultimi rapporti del IPCC.
In Emilia-Romagna, si riscontrano delle anomalie climatiche evidenti che, soprattutto negli ultimi 20 anni, sono andate ad aumentare.
Nella regione, durante il periodo 1991-2016 si è assistito a un aumento medio della temperatura massima di circa 1.5°C rispetto al periodo 1961-1990. (Documento di sintesi della Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici - Regione Emilia-Romagna)
Serie delle anomalie di temperatura media globale sulla terraferma e in Italia, rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990. Fonti: NCDC/NOAA e ISPRA. Elaborazione: ISPRA.
La maggiore frequenza di precipitazioni molto intense è legata proprio a questo aumento delle temperature.
Più fa caldo, più aumenta il tasso di umidità nell'aria: si stima che ogni grado in più implichi un aumento di quasi il 7% dell'umidità presente nell'aria, e quindi piogge più intense e più frequenti.
Eventi come l’alluvione in Emilia-Romagna, che ha visto l’esondazione di 23 fiumi e 290 frane, sono sintomatici di questa nuova “normalità climatica”.
Inoltre, l’alternanza tra siccità e intense piogge riduce la capacità di assorbimento del suolo, rendendo i territori più esposti ad allagamenti.
A partire da maggio 2023, la regione ha subito inondazioni di portata storica, con un’intensità e una frequenza senza precedenti. In quella settimana di maggio, piogge straordinarie hanno riversato sul territorio volumi d’acqua triplicati rispetto alla media mensile, causando la rottura di argini e l’inondazione di vasti tratti di territorio, con un bilancio di numerose vittime e oltre 7 miliardi di euro di danni.
Ma quali sono le dinamiche alla base della relazione tra siccità, piogge intense e alluvioni? E cosa si può fare per arginare questo fenomeno sempre più intenso e frequente?
Cosa sono le alluvioni e da cosa sono causate
Quando si parla di alluvioni, ci si riferisce a eventi in cui aree solitamente asciutte vengono temporaneamente sommerse dall’acqua a causa di precipitazioni intense o prolungate.
Questo fenomeno si verifica quando la quantità di pioggia supera la capacità di assorbimento del suolo e di contenimento di fiumi e torrenti, i cui argini non riescono a gestire il volume d’acqua.
Le alluvioni sono strettamente legate a una combinazione di fattori naturali e umani.
Da un lato, cause naturali come fronti atmosferici intensi e cicloni tropicali possono generare forti piogge in breve tempo.
Dall’altro, l’impatto umano intensifica le conseguenze:
la deforestazione riduce la capacità di assorbimento del terreno;
l’urbanizzazione incontrollata aumenta il rischio idrogeologico;
la modifica dei corsi d’acqua altera l’equilibrio naturale dei bacini idrici, riducendo la capacità di drenaggio;
la costruzione massiccia in aree urbane e le pavimentazioni impermeabili (come asfalto e cemento) impediscono al terreno di assorbire l’acqua, amplificando il deflusso superficiale e aumentando la probabilità di allagamenti;
l’inquinamento idrico comporta l’accumulo di sedimenti e detriti nei corsi d’acqua, riducendo ulteriormente la capacità di drenaggio naturale.
La strategia di adattamento dei Paesi Bassi
L’Emilia-Romagna non è l’unica regione al mondo a trovarsi in questa situazione. In altri Paesi sono stati messi in campo piani di resilienza per rispondere e adattarsi agli eventi estremi ricorrenti.
Nei Paesi Bassi, ad esempio, un territorio particolarmente esposto a inondazioni, è stato sviluppato la strategia di adattamento Room for the River, che prevede l’espansione naturale di fiumi e l’implementazione di bacini di contenimento, per permettere alle acque di esondare senza danni diretti per città e insediamenti umani.
Lexmond, Paesi Bassi Fonte: Dutch Water Sector
Questo approccio olistico ha dimostrato come un’attenta pianificazione territoriale, accompagnata da infrastrutture resilienti, possa ridurre il rischio e salvaguardare le comunità da eventi climatici sempre più violenti.
L’Italia potrebbe prendere spunto da soluzioni simili, investendo in infrastrutture per proteggere i territori più vulnerabili, come argini rinforzati, bacini di espansione e sistemi di drenaggio urbano innovativi.
La necessità di un adattamento strutturale per gestire il rischio idrico e migliorare la resilienza del territorio italiano è evidente: non solo per ricostruire, ma per prepararsi a un futuro in cui eventi di questo tipo diventeranno sempre più comuni.
Strategie e tecnologie per l’adattamento climatico: alcuni esempi
La crescente intensità di eventi climatici estremi e i limiti delle infrastrutture esistenti richiedono soluzioni innovative per adattarsi al clima che cambia.
Sistemi di allerta precoce
Tra le innovazioni più promettenti ci sono i sistemi di allerta precoce, che sono strumenti essenziali per proteggere le comunità da eventi meteorologici improvvisi come le alluvioni.
Grazie a sensori avanzati e all’intelligenza artificiale, questi sistemi monitorano in tempo reale parametri come le precipitazioni, i livelli dei fiumi e l'umidità del suolo, fornendo previsioni accurate e avvisi tempestivi.
Un esempio significativo è il sistema in fase di sviluppo a New York, dove il progetto di resilienza “Cloudburst” prevede l’installazione di sensori capaci di rilevare condizioni critiche con anticipo, consentendo evacuazioni rapide e minimizzando i danni.
I dati raccolti vengono analizzati per valutare il rischio imminente di esondazioni, permettendo alle autorità locali di avvisare le comunità a rischio, tramite sistemi di allarme digitali e app mobili.
Alcuni Paesi, come il Giappone, hanno integrato questi sistemi all’interno di un’infrastruttura di emergenza digitale, dove i dati vengono condivisi in tempo reale con la popolazione. Questi strumenti sono parte di una strategia globale di resilienza, che permette non solo di rispondere con rapidità, ma anche di educare le comunità a fronteggiare eventi climatici sempre più estremi.
Utilizzo di materiali avanzati nell’edilizia
Un’altra strategia di adattamento climatico in forte crescita è l’impiego di materiali avanzati nell’edilizia, progettati per aumentare la resistenza degli edifici e per ridurre la vulnerabilità ai danni ambientali.
Materiali come il cemento permeabile e i rivestimenti riflettenti contribuiscono a ridurre il deflusso d’acqua e l’assorbimento di calore. Alcune città, come Copenaghen, hanno implementato pavimentazioni permeabili e parchi urbani progettati per fungere da bacini di assorbimento naturale, proteggendo così l’ambiente urbano dalle inondazioni improvvise.
Rivestimenti riflettenti
Per quanto riguarda invece le città particolarmente calde, dove le temperature elevate rendono le strutture più suscettibili ai danni, l'adozione di rivestimenti riflettenti per tetti e facciate si sta rivelando particolarmente efficace.
In diverse metropoli, come Atene e New York, i tetti riflettenti sono stati inclusi nei progetti di riqualificazione urbana per migliorare il raffrescamento naturale e ridurre la temperatura interna degli edifici, migliorando il comfort abitativo e riducendo l’uso di energia per la climatizzazione.
Un altro paesaggio a rischio: Venezia e l’innalzamento del livello del mare
Con i cambiamenti climatici che avanzano, cresce anche l’urgenza di proteggere i luoghi più iconici del nostro pianeta da eventi estremi. Tra questi, Venezia è particolarmente vulnerabile: le maree eccezionali e l’innalzamento del livello del mare minacciano di sommergere uno dei patrimoni culturali più preziosi al mondo.
Dal grafico qui sotto si osserva come il livello medio del mare si sia progressivamente alzato nel corso dei decenni. Questo, attualmente, è mediamente 32 cm più alto di quello verificato a inizio del secolo scorso.
Variazioni del livello medio del mare | Comune di Venezia.
In risposta a questa sfida è stato progettato il MOSE un sistema di paratoie mobili che, nonostante i costi e le difficoltà nella gestione, rappresenta un’opera di adattamento ambiziosa.
Vista panoramica del Mose, Venezia.
Fonte: https://www.mosevenezia.eu/my-product/paratoie-movimentazione-barriera-di-lido-nord-26-maggio-2016/
Conclusioni
Il contributo delle tecnologie non si limita alla riduzione dei danni, ma offre anche una visione positiva di resilienza e adattamento.
Grazie all’innovazione, le città e le comunità possono prepararsi in modo proattivo, promuovendo soluzioni che non solo proteggono, ma integrano nuovi standard di sicurezza e sostenibilità nel tessuto urbano.
Investire nelle tecnologie, quindi, non può riguardare solo la mitigazione (fondamentale), ma deve toccare soluzioni di adattamento per costruire un futuro più sicuro e sostenibile, dove la resilienza è una priorità condivisa. Un mix di mitigazione e adattamento è la chiave per affrontare le sfide climatiche: da un lato lavorando sulle cause del cambiamento, dall’altro preparandoci a convivere con i suoi effetti inevitabili.
Consigli di lettura
In questo sito puoi approfondire il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici messo in campo dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Se vuoi saperne di più sui casi positivi di adattamento ai cambiamenti climatici ti consiglio questa lettura.
Qui puoi scoprire il ruolo degli oceani nella lotta ai cambiamenti climatici.