Clima e conflitti: la crisi climatica è una minaccia alla sicurezza globale?
Green Tech Insight #14 - Esiste un legame tra guerre e cambiamento climatico? Che impatto ha l'emergenza climatica sulla società? Scopriamolo in questo numero.
Benvenuti e benvenute!
Ci siamo da poco lasciati alle spalle le Olimpiadi di Parigi 2024 e anche in questa occasione la sostenibilità non poteva che essere un tema al centro della manifestazione (non senza qualche polemica, come si legge in questo articolo di “il Post”).
Eventi di questa portata sono piattaforme ideali per promuovere consapevolezza su temi cruciali, come il consumo responsabile di energia e risorse, il cambiamento climatico e l'inquinamento (anche se i risultati non sempre sono all'altezza delle aspettative).
Questi argomenti richiedono un impegno comune, ma spesso diventano terreno di scontro, mostrando quanto sia difficile raggiungere un accordo su questioni che toccano tutti, indipendentemente dal Paese di appartenenza.Hai mai pensato all'impatto che il cambiamento climatico può avere sulla società, oltre che sull'ambiente? In questo numero di Green Tech Insight, parleremo proprio di come la crisi climatica influisca anche sulla sicurezza globale e sui rapporti tra comunità e nazioni.
Clima e guerre: esiste un legame diretto?
Senza dubbio il rapporto tra cambiamento climatico e conflitti è un tema complesso e dalle mille sfaccettature, ma mi piacerebbe comunque condividere con voi alcune riflessioni.
Sebbene ci siano molte ricerche sull’argomento (se sei un amante della letteratura più accademica qui e qui trovi alcune risorse utili), i ricercatori non concordano su come le variabili climatiche possano influenzare l’insorgenza di una guerra.
La tesi prevalente è che il cambiamento climatico non causi direttamente uno scontro, ma funzioni come un “moltiplicatore di minacce”, amplificando i fattori di tensione che spesso portano a un conflitto.
A prescindere, però, il cambiamento climatico resta un fattore significativo, che incide negativamente sulla sicurezza globale, specialmente nei Paesi meno sviluppati e più vulnerabili, come sottolineato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres:
La maggior parte dei conflitti odierni è alimentata dalla competizione per il potere e le risorse, dalla disuguaglianza, dall'emarginazione e dall'esclusione, dalla scarsa governance, dalla debolezza delle istituzioni e dalle divisioni settarie. [...] Sono esacerbati dal cambiamento climatico, dalla crescita demografica e dalla globalizzazione del crimine e del terrorismo.
Eventi climatici estremi e risorse: una relazione pericolosa
Ogni giorno vediamo come gli eventi climatici estremi siano sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico, con conseguenze devastanti anche su stabilità, sicurezza e pace.
In che modo? Pensate ad esempio a una violenta siccità.
Rende impossibile coltivare una certa area geografica, aumentando la competizione tra gruppi per l’accesso a mezzi di sussistenza, acqua e cibo.
La crisi in Darfur e la conseguente guerra civile nel 2003 sono state un esempio.
Aree strategicamente rilevanti per le loro risorse, come il circolo polare artico, diventeranno un terreno di scontro ancor più ambito a causa dello scioglimento dei ghiacci: le grandi potenze saranno ben felici di aprire nuove rotte commerciali o di sfruttare le risorse ancora “intrappolate” nella regione, come petrolio e gas naturale.
Fonte: Limes, Partita al Polo
In generale, le risorse e il loro grado di accessibilità, varieranno in base a fenomeni di questo tipo. Un territorio e un clima che cambiano, portano a modifiche nel modo di vivere, lavorare, spostarsi e interagire delle persone che lo abitano.
A farne le spese, come spesso accade, sono soprattutto le fasce più povere della popolazione, che vivono in regioni geografiche dove la scarsità di risorse è già oggi un fattore di rischio.
Proprio per via di queste difficoltà, diverse comunità potrebbero essere costrette a spostarsi e a migrare. Sono i cosiddetti “profughi ambientali”.
Solo nel 2023, più di 26 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la propria dimora a causa di disastri ed eventi naturali, come riportato nell’immagine qui sotto.
Fonte: Global Report on Internal Displacement, GRID 2024
Insomma, contesti già di per sé fragili diventano ancora più fragili, se minacciati dalle conseguenze del cambiamento climatico.
Le comunità presenti in questi luoghi si impoveriscono e diventano più vulnerabili alla radicalizzazione e al reclutamento da parte di gruppi armati.
Un esempio è la zona che caratterizza il Lago Ciad.
La superficie di questo lago, posto tra Ciad, Niger, Nigeria e Camerun, negli ultimi sessant’anni si è ridotta di più del 70%. Le immagini sono impressionanti!
Fonte: USCG earthshots
Questo fenomeno non solo ha impoverito i coltivatori e i pescatori che vivono nella regione, ma ha anche alimentato l’insorgenza di un gruppo terroristico presente nella zona, Boko Haram.
Gestione delle risorse e conflitti
La gestione delle risorse naturali ed energetiche è da sempre un fattore decisivo per il predominio su un territorio, come dimostrano anche i conflitti più recenti:
nella guerra tra Russia e Ucraina, i gasdotti hanno assunto un ruolo centrale;
nel conflitto tra Israele e Palestina, l'uso della forza da parte di Israele per detenere il controllo di energia, cibo e acqua nella Striscia di Gaza ha ulteriormente aggravato la crisi umanitaria in corso.
Anche l’energia rappresenta un aspetto strategico e delicato, e la transizione verso le fonti rinnovabili, seppur necessaria per contrastare il cambiamento climatico, presenta sfide complesse (ne ho parlato in un precedente numero di Green Tech Insight).
Le recenti ondate di eventi climatici estremi, come inverni rigidi ed estati torride, non fanno che aumentare la domanda energetica, aggravando la situazione.
Tuttavia, il passaggio dai combustibili fossili alle energie pulite richiede tecnologie che dipendono da risorse scarse e difficili da reperire, spesso situate in aree di conflitto.
In Congo, ad esempio, la competizione per il controllo delle miniere di cobalto e coltan, essenziali per batterie e accumulatori, alimenta tensioni e violenze.
La sfida della sostenibilità non si limita quindi alla sola adozione di energie rinnovabili, ma si estende alla gestione etica e responsabile delle risorse necessarie per realizzarla.
Fonte: Limes, Le guerre invisibili del Congo
Soluzioni e iniziative per un futuro di pace
Come ho detto all’inizio, il legame tra conflitti e cambiamenti climatici è un tema complesso.
Mitigare gli effetti di questi ultimi e ridurne gli impatti negativi è essenziale per favorire la cooperazione internazionale e la stabilità dei contesti più fragili.
Sebbene gli Accordi di Parigi del 2015 rappresentino un passo importante, esistono molte altre iniziative che uniscono pace e sostenibilità ambientale.
Ad esempio:
Programma del "Great Green Wall" dell’Unione africana (UA);
Programma delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio di Disastri (UNDRR);
Programma REDD+ delle Nazioni Unite.
Sono numerose anche le piattaforme di dialogo (Conciliation Resources), gli istituti di ricerca (SIPRI) e le associazioni (EnPax), che agiscono affinché la sostenibilità ambientale possa diventare un ponte per la sicurezza globale.
Consigli di lettura:
Se questa tematica ti ha incuriosito, trovi tanti articoli, analisi e approfondimenti di questo genere presso i principali centri di ricerca italiani (ISPI, FEEM, IAI) e un approfondimento del centro studi Up2You Insight su cause ed effetti del cambiamento climatico.
In questo articolo trovi le politiche di sostenibilità messe in atto nei Giochi di Parigi 2024.
Ma invece, quanto impatta la guerra sul cambiamento climatico? In questo documentario l’emittente Al Jazeera ha provato a dare una risposta.
Qui invece trovi un’analisi del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti rispetto agli impatti che potrà avere il cambiamento climatico su tutte le sue infrastrutture e operazioni.
Nelle pubblicazioni di Simone Tagliapietra, ricercatore presso il Bruegel Institute e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, come “The Geopolitics of the Global Energy Transition” o “L’energia del mondo - Geopolitica, sostenibilità, Green New Deal” vengono affrontate molte tematiche inerenti i legami tra energia, cambiamento climatico e rapporti di potere tra stati.